“Proposta…” di Giancarlo Cappanera

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TRASCRIZIONE.

PROPOSTA

“Mettete dei fiori nei vostri… registri”.

Così potremmo sintetizzare l’appello che “prorompe” dalle conclusioni che abbiamo tratto dalla nostra inchiesta sui rapporto studenti e professori.

Certamente questa inchiesta non ha rilevato risultati sconosciuti o singolari, ma facendo appello sul senso di maturità degli studenti, ha voluto solamente vedere se si sarebbero potuti trovare dei punti di contatto, di discussione, di collaborazione tra alunni e insegnanti.

Dal sondaggio sono emersi tutti quei fattori che, causati dagli uni o dagli altri, impediscono quel dialogo sincero e leale da tutti auspicato, si è notato da parte dei ragazzi una buona disposizione ad impegnarsi maggiormente in modo da far mutare, finché è possibile, ciò che oggi non va nella scuola.

Le schede dell’inchiesta proponevano agli studenti di fare un’analisi professionale ed umana dei professori, in relazione alle loro aspirazioni e alle loro esigenze.

La maggioranza ha riconosciuto che molti professori sono “disadatti” all’insegnamento e che sarebbe necessario, per esempio, tenere loro dei corsi di tirocinio dai quali dovrebbero inserirsi nella scuola con una visione più viva, moderna e democratica del suo ambiente.

Altri, per rassicurare una scelta più valida dei professori, pensano che chi avesse intenzione di dedicarsi all’insegnamento, dovrebbe essere selezionato con “test psicologici”, per far si che ci siano solamente insegnanti che sentono intimamente la vita scolastica.

Solamente con professori di questo genere potrà avvenire una vicendevole apertura tra ragazzi ed insegnanti, dato che in genere si pensa che sono questi ultimi che debbono iniziare a rompere il ghiaccio per incoraggiarci al dialogo.

In generale comunque il professore è visto non solo limitatamente alle sue funzioni scolastiche, ma anche come uomo, perciò gli studenti sono portati a comprendere quelli, di loro, che fanno pesare sulla scolaresca, con un comportamento strano, i loro problemi personali, purché la cosa non si verifichi frequentemente.

Agli studenti interessa soprattutto però che essi siano giusti nel giudizio e molti pensano che questo si verifica solo quando essi hanno una conoscenza personale di ogni studente.

Con ciò quasi tutti non stimerebbero valido il sistema attuale di “valutazione a base numerica” e preferirebbero un sistema di valutazione basato su giudizi che tengono conto di tutta la personalità del singolo soggetto.

Un buon numero di studenti intervistati si sono dimostrati a questo proposito favorevoli nel giudicare nel giudicare l’idea di far si che i compiti in classe siano corretti senza che su di loro ci sia stato scritto il nome, ma solo una sigla sconosciuta al professore; infatti è molto sentito il problema della disparità di giudizio tra un insegnante ed un altro.

Comunque per quanto si è appreso dall’inchiesta, al contrario di quello che si sarebbe potuto pensare, gli studenti, pur amando quei professori che sono comprensivi desiderano da loro anche una certa dose di “rigidità” nell’esigere la preparazione purché essi ne posseggano altrettanta.

Il professore con ciò non si dovrebbe limitare ad essere preparato solo nella sua materia, ma si dovrebbe impegnare a favorire la crescita personale degli studenti, istruendoli, correggendoli e incoraggiandoli in tutti i problemi della vita, in modo da rendere più vivo e più vero il suo dialogo con loro.

Non si parlerà più di così di un rapporto disciplinare fondato sull’autorità del professore, in contrasto con l’espressione della libertà personale, ma di un rapporto che, non limitandosi, come spesso ora accade, ad una preparazione “scolastica”, si estende al campo dell’amicizia.

Questo dialogo che si auspica tra studenti e professori, secondo la stragrande maggioranza, deve essere esteso in una maniera più valida anche ai genitori, ma soprattutto per aiutare il professore a comprendere il carattere e il comportamento dello studente.

In tutta questa prospettiva si inserisce la funzione del preside che secondo tutti deve caratterizzarsi maggiormente sul piano pedagogico-didattico per un più organico insegnamento ed orientamento impartito dai professori, senza limitarsi, come spesso accade, ad una presenza disciplinare, burocratica, amministrativa.

Dopo aver analizzato in alcuni punti essenziali il problema, nella seconda parte dell’inchiesta si chiedeva agli studenti quali fossero le speranze, le idee e le proposte che avevano da avanzare sul problema delle relazioni tra loro e i professori.

In barba a tutti quelli che credono gli studenti apatici e svogliati riguardo ai problemi della scuola, un grande numero di loro si sono invece dichiarati disposti a fare il possibile per migliorare i rapporti con i loro insegnanti.

Alcuni vorrebbero avere incontri formativi ed amichevoli extrascolastici, mentre altri sarebbero disposti a sacrificare una parte del loro tempo libero per impegnarsi in attività riguardanti lo studio, che li possa avvicinare maggiormente ai loro professori; in ogni caso tutti sono concordi nel dire che bisogna fare qualcosa, senza tanti discorsi, per dialogare più apertamente.

Diversi studenti purtroppo hanno dichiarato di non aver fatto mai nulla per modificare i rapporti con i loro insegnanti, sia per mancanza di idee che di voglia.

Tutto ciò dimostra amaramente che spesso e volentieri molti di noi si fermano solamente a criticare e difficilmente cercano di costruire o modificare l’ambiente scolastico.

Molto più spesso dovremmo fare un profondo esame di coscienza quando vediamo qualcosa che non va e sicuramente scopriremo che loro, i professori, non sono poi tutti dei “cani” e dei “sadici” come a volte li crediamo, ma che spesso ce li facciamo diventare noi con il nostro comportamento.

È consolante però rilevare che molti di noi hanno fiducia in essi, una fiducia che è l’elemento essenziale per dare la possibilità di applicarci con maggiore entusiasmo nello studio, tanto più che gli insegnanti, forti di questa fiducia, si possono impegnare con più fede al loro lavoro.

Quando si è accennato alla riforma della scuola si è trovati tutti d’accordo nell’affermare che la riforma non si dovrà limitare solamente in una ristrutturazione di forma dell’ambiente, ma anche in una profonda e moderna riforma delle sue componenti fondamentali, a cominciare dai programmi dalla attrezzatura e dall’edilizia scolastica.

Se la riforma sarà strutturata organicamente e senza interessi politici, per la maggior parte dei giovani il futuro della scuola italiana sarà abbastanza roseo, tutto però dipenderà da chi la redigerà.

Infatti non si vuole che questa benedetta riforma da politici incompetenti, ma di tecnici della materia che tengano conto delle vere, pressanti necessità della scuola.

Come avete visto ci sono molte prospettive per migliorare la nostra vita scolastica.

Nell’inchiesta abbiamo avuto la bella sorpresa di sentire che i ragazzi non giudicano poi tanto male i loro professori e sperano ed aspettano un loro primo passo per invitarli a diventare più amici.

Se così sarà la nostra vita scolastica si trasformerà meravigliosamente e scopriremo che andare a scuola e studiare non è poi così tanto duro e opprimente.

 

Giancarlo Cappanera

 

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