Il Brogliaccio e la Politecnica delle Marche.

Autore: Prof. Sauro Longhi, Rettore.

Gli anni in cui Il Brogliaccio ha operato sono stati anni ricchi di trasformazioni e di voglia di partecipazione. La nostra Università è nata in quegli anni. Era un periodo intenso e molto propositivo, era forte l’entusiasmo degli studenti che richiedevano a gran voce una università in Ancona. C’era una grande voglia di partecipazione studentesca. Nei primi anni ’60 cominciarono a diffondersi vari giornali studenteschi e nacquero circoli culturali frequentati soprattutto da giovani.

Ad Ancona i primi giornalini degli studenti furono “Aula Magna” e “Il brogliaccio” che affrontavano temi di carattere generale legati al mondo giovanile e analizzavano i problemi delle scuole della città. Nel mensile di ottobre del 1968 la prima pagina del Brogliaccio titolava: “L’Università fantasma” dove Livio Audino concludeva il suo articolo così: “lo sviluppo economico, sociale, culturale di tutta la regione ha bisogno come pietra miliare della istituzione di Medicina e Ingegneria in Ancona”.

Poco dopo quell’articolo, nel 1969, venne istituita la Libera Università di Ancona con l’attivazione del primo biennio della Facoltà di Ingegneria e del triennio biologico della Facoltà di Medicina e Chirurgia, da parte del Consiglio Direttivo del Consorzio costituito tra Comune, Amministrazione Provinciale, Camera di Commercio e presieduto e stimolato dal professor Alfredo Trifogli. La città di Ancona divenne finalmente sede Universitaria, con due Facoltà proprie, alle quali venne in seguito aggregata anche la Facoltà di Economia e Commercio. Nell’Anno Accademico 198889 venne istituita la Facoltà di Agraria (corso di laurea in Scienze Agrarie) e, nell’Anno Accademico 199192, la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (corso di Laurea in Biologia Generale con indirizzi in Biologia Marina ed Oceanografica ed in Biotecnologie). La popolazione studentesca, dalle iniziali 290 matricole dell’anno ’69’70 è andata progressivamente aumentando fino a quasi diciassettemila studenti. E nel 2003 l’Università degli Studi di Ancona cambia denominazione in “Università Politecnica delle Marche”.

L’auspicio posto nel 1968 dai giovani studenti anconetani si è realizzato. Le nostre studentesse e i nostri studenti progettano ponti, musei, propongono nuovi sistemi di cura, nuove organizzazioni sociali e assistenziali, ricercano soluzioni più compatibili con l’ambiente, sono attori del loro presente ma soprattutto del loro futuro. Una conferma del valore che l’Università esprime nella Società, un luogo dove il sapere si consolida, si condivide, si diffonde attraverso i pensieri e le azioni delle nostre studentesse e dei nostri studenti. Ne sono stato sempre convinto, prima da studente nei primi anni ‘70, curioso e con la volontà di comprendere le complessità del presente che attraversavo, ora da Rettore con la determinazione di aprire l’Università alla Società per accogliere nelle nostre aule e nei nostri laboratori sempre più studentesse e studenti, ma soprattutto per condividerne i valori, per dare ai tanti giovani che ancora ci credono quei valori di cultura, di confronto, di inclusione, utili per la crescita di ogni persona. Si perché con la conoscenza è possibile creare ricchezza economica e sociale, è possibile migliorare le proprie condizioni di vita e di quelli che ci stanno attorno per condividere “nello stesso spazio e nello stesso tempo” obiettivi comuni. Con entusiasmo continuo nella mia azione di Rettore per far crescere i territori come espressione di persone che condividono aspirazioni di inclusione e di crescita sociale ed economica.

Voglio raccontare di un’esperienza che ogni anno mi vede propositivo ed entusiasta. L’incontro con oltre cinque mila studenti delle Marche e non solo, che in una settimana ospiti nella nostra Aula Magna, seguono le nostre azioni di orientamento per una scelta consapevole del loro percorso universitario. Racconto loro del presente che attraversano e del futuro che gli aspetta. Un futuro fatto di studio e d’impegno, per risolvere i tanti problemi che abbiamo di fronte e che devono trovare una soluzione. L’Università ha il compito di anticipare il futuro, non può dare ai propri studenti solo la visione del presente ma deve dar loro strumenti e conoscenze per affrontare il futuro in cui vivranno per contribuire alla crescita economica, sociale e culturale, per cancellare ogni diseguaglianza sociale. Tante sono le sfide che ci attendono nel futuro, dall’inclusione, all’accoglienza, alla sostenibilità ambientale di ogni azione di sviluppo. Tutti aspetti da porre con forza non solo in Italia ma in ogni paese che contribuisca allo sviluppo economico. Così come i possibili effetti sui cambiamenti climatici. Viviamo in un sistema chiuso, il nostro pianeta, con energia e materie prime in quantità finite, e con una popolazione in crescita, superati i 7 miliardi di abitanti. Dobbiamo riservare un maggior rispetto dell’ambiente.

La Politecnica si è inserita in modo sinergico e collaborativo con le altre tre Università della Regione e con il sistema nazionale degli Enti di Ricerca e delle Università. Si sono aperti orizzonti su scenari sempre più ampi e internazionali. Tra i tanti voglio ricordare l’impegno all’interno del network di UniAdrion per la creazione della Macro Regione Adriatico Ionica, coordinandone il Segretariato tra dieci università italiane e quasi 30 università dell’Albania, della BosniaErzegovina, della Croazia, della Grecia, della Serbia, del Montenegro e della Slovenia.

Le Marche restano una regione d’Europa con il più alto tasso d’imprese per abitanti, anche in questo periodo di crisi che induce trasformazioni, questa caparbietà a voler creare lavoro per sé e per gli altri rimane forte e creativa. La Politecnica ha favorito questa propensione incrementando l’uso della conoscenza per generare nuove imprese, startup innovative, grazie anche a percorsi di formazione sviluppati nel Contamination Lab, un laboratorio di idee per aiutare i nostri studenti ad intraprendere una propria attività, un laboratorio che facilita una forte interazione con i settori produttivi ed economici. Solo nel 2018 abbiamo avviato collaborazioni con oltre 250 imprese, rafforzando la nostra capacità di dialogo con i diversi settori produttivi favorendone le necessarie trasformazioni.

Tra i tanti risultati conseguiti in questi ultimi anni, voglio solo ricordare il progetto di Città Universitaria, un sogno degli studenti del ’68, dove abbiamo aperto l’Università alla Città, rafforzato i legami, favorito l’inclusione dei tanti studenti fuori sede che hanno scelto Ancona per vivere e studiare. Non solo Ancona, gli stessi progetti li abbiamo sviluppati anche nelle altre sedi di nostri corsi di studio: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e San Benedetto del Tronto. Solo per ricordare i più importanti: il festival di Maggio, Your Future Festival, le Lauree in Piazza, la notte dei Ricercatori e tante altre azioni culturali di valorizzazione e diffusione della conoscenza.

Dalla qualità della nostra ricerca attingiamo per arricchire la nostra offerta formativa. Abbiamo iniziato la sperimentazione di lauree professionalizzanti anche fuori dall’area medica per un totale di 52 corsi di studio, di cui 25 triennali e 3 a ciclo unico. Gli iscritti al primo anno sono oltre 4400, con un incremento di oltre il 4%, un dato che conferma la validità della nostra offerta formativa. Per i quasi 17 mila studenti la percentuale dei fuori corso rimane contenuta al 30%, ci si laurea quasi un anno prima della media nazionale ed a 5 anni dalla laurea il 92% dei nostri laureati magi strali ha un lavoro con retribuzioni

superiori alla media nazionale. Il 71% trova occupazione nei territori prossimi a dove ha studiato, mentre il 4,6% all’estero, in molti casi dopo un periodo di studio e tirocinio svolto proprio all’estero. La nostra offerta formativa si completa con 9 dottorati di ricerca e con 51 Scuole di Specializzazione nella Facoltà di Medicina e Chirurgia, vero fulcro della formazione di specialisti medici per la Regione e non solo. Tutto questo è iniziato cinquant’anni fa’, e in così poco tempo si sono realizzati tanti risultati grazie ad una determinazione continuamente alimentata dalla passione e dalle competenze delle tante persone che hanno operato e che operano in questa Università, dai Rettori che mi hanno preceduto, dagli studenti che qui hanno costruito il loro futuro e dai tanti che qui continuano a farlo.

Dobbiamo ancora fare molto per dar corso al sogno di quegli studenti che negli anni 60 chiedevano con forza e determinazione l’Università aperta a tutti. Dobbiamo con forza continuare a lavorare per far crescere l’Università e i sistemi dell’Istruzione rendendoli ancora più aperti ed inclusivi, con prospettive sovranazionali che vedono nell’internazionalizzazione delle proprie attività didattiche e scientifiche e di terza missione azioni di sviluppo per favorire la mobilità e l’incontro di studenti e di ricercatori. Dobbiamo rafforzare i valori culturali e sociali della nostra Europa. Per completare questo progetto chiedo aiuto alle Studentesse e agli Studenti, saranno loro a rendere immortali i nostri pensieri e i nostri studi, saranno loro che rendono immortale l’Università Politecnica delle Marche.

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