Conference Il Brogliaccio.

Relatrice: Khadi Diomande, 5 C linguistico ESABAC.

Lo scorso anno per la prima volta, la nostra classe del corso ESABAC, l’ex 4C linguistico, si è cimentata nel concorso di scrittura creativa di argomento storico in lingua francese. Il genere ha una lunga tradizione nei licei francesi: si tratta di immedesimarsi, immaginare e scrivere un racconto verosimile, che rispetti cronologia e contestualizzazione di eventi e personaggi storici. La proposta dell’Institut Français d’Italie dell’edizione dello scorso anno era “Mai 1968“.

Extrait (Khadi Diomande 5 C linguistico ESABAC)

La storia che scrissi parla di un nonno che racconta ai suoi nipoti come ha vissuto questo periodo all’età di 18 anni: vi andrò a leggere una delle parti più significanti del testo.

« En mai 1968, le ressenti de cette insatisfaction se reversait dans les rues, des émeutes se propageaient à partir du Quartier Latin, où mes amis et moi manifestions pour ce que l’on avait toujours cru mériter. Les slogans et les inscriptions sur le mur étaient nos moyens de communication. « Il est interdit d’Interdire » criait-on en marchant, et en quelques jours le chaos commença à s’établir. Les policiers avaient commencé à nous combattre violemment malgré nos intentions pacifiques ; on a donc commencé à construire des barricades pour se protéger, on a commencé à réagir.

On nous accusait d’être des inconscients, des irréalistes, on était ceux qui en demandaient trop, ceux qui ne devaient pas s’opposer ainsi ; mais la hardiesse, la jeunesse, l’utopie de pouvoir tout faire, de pouvoir changer notre avenir et celui des familles que l’on allait construire brûlait en nous. Nos cœurs réclamaient la liberté, et c’est en réclamant tous ces droits qu’un jour je restai bloqué sous un tas de ciment qui servait de barrière et que je perdis l’une de mes jambes. »

Traduction (Karima Feddadi 5 C linguistico ESABAC)

« Nel maggio 1968, il risentimento di questa insoddisfazione si riversava nelle strade, delle rivolte si propagavano dal quartiere latino, dove io e i miei amici manifestavamo per ciò che abbiamo sempre creduto di meritare. Gli slogan e le scritte sui muri erano i nostri mezzi di comunicazione. “È vietato vietare” urlavamo camminando, e in qualche giorno il caos cominciò a stabilirsi. I poliziotti avevano cominciato ad attaccarci violentemente malgrado le nostre intenzioni pacifiche; abbiamo quindi cominciato a costruire delle barricate per proteggerci, abbiamo cominciato a reagire.

Ci accusano di essere degli incoscienti, degli irrealisti, eravamo coloro che chiedevano troppo, coloro che non dovevano opporsi in questo modo; ma l’audacia, la gioventù, l’utopia di poter far tutto, di poter cambiare il nostro futuro e quello delle famiglie che avremmo costruito bruciava in noi. I nostri cuori reclamavano la libertà, ed è reclamando tutti questi diritti che un giorno rimasi bloccato sotto un blocco di cemento che serviva da barriera e persi una delle mie gambe. »

Relatrice: Beatrice Nisi, 5 A Turistico.

“In un’altra nostra intervista al Prof. Antonio Luccarini, anconitano DOC e studente universitario 68ttino, ci è stato descritto il cambiamento delle generazioni di quel tempo, che avevano avvertito la complessità del futuro e che volevano battersi per conquistarne uno diverso e migliore. Venne messo in discussione ogni aspetto della società, le ideologie, i valori, soprattutto perché c’era sempre più coscienza nei ragazzi che si informavano molto di più. Oggi infatti i ragazzi accettano tristemente il presente e tutto si basa su qualcosa di incerto, o meglio dire, così come ci è stato riferito dal Prof. Luccarini, la nostra generazione è caratterizzata dalla “sindrome della bestia sazia”che con rassegnazione si affida ad un sistema che si induce ad inganno con false apparenze, soddisfando solo i desideri più effimeri.

Quello che forse possiamo ereditare da questo ’68, non è la rivoluzione, ma una semplice conoscenza della propria realtà su cui basare concreti sogni, diritti. Trasformiamo la paura in coraggio, perché quella che sembrava l’alba di un giorno radioso, erano in realtà le luci di un tramonto ed è per questo che dobbiamo continuare anche ora ad agire davanti a determinate circostanze.”

 

 

 

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