A scuola… di giornalismo: Il Brogliaccio 68‘.

Autrice: Alessia Pasqualini, 5A Turismo.

Ancona 1968. La nostra città come ha vissuto quel periodo di rivoluzioni?

La guerra in Vietnam, i discorsi di Martin Luther King, il rock, la maggior consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne e degli studenti…

Tutti questi fenomeni hanno comportato una serie di riforme che condussero al riconoscimento di diritti che oggi consideriamo scontati.

Partiamo da come circolavano le idee. Così come, già nel 1945, al liceo Parini di Milano era nato il periodico La Zanzara, nel marzo 1962 ad Ancona nasceva Il Brogliaccio, attivo fino al ‘70. A Vallemiano, alcuni studenti del Movimento Studenti di Azione Cattolica si sono riuniti e hanno creato un giornale, il “quasi-mensile”.

IlBrogliaccio, RedazSBOnLine&Prof.MarviMaroni

Col tempo, molte scuole anconetane sono state coinvolte e gli studenti si sono ritrovati “mischiati tutti insieme, senza distinzioni, né di sesso né di età, nelle iniziative che [il giornale] andava realizzando: incontri, dibattiti, cineforum”. Sabato 1 dicembre 2018 si è svolto un convegno al Ridotto delle Muse che ha messo in dibattito gli studenti delle attuali redazioni scolastiche anconitane con i redattori di quel giornale per “rivivere gli anni ‘60”, 50 anni dopo.

“Noi siamo i fortunati dell’età golden” dice Nello Bolognini, uno degli ex studenti che scriveva sul giornale. “Siamo nati dopo la guerra, in un tempo di pace e nel cosiddetto boom economico”. Sentivano il bisogno di parlare di stessi ai loro coetanei.

Di che argomenti trattava il giornale?

Si scriveva dell’emancipazione femminile (temi come quello del divorzio o dell’aborto), del rock, del sesso, dell’invasione cecoslovacca da parte della Russia, della guerra in Vietnam, del voto ai diciottenni. Sì, perché all’epoca solo dai ventun’anni era possibile votare.

 

Da sinistra: Franca Emett, Assessore Marasca, Nello Bolognini, Giancarlo Cappanera.

Scriveva, a quel tempo, Giancarlo Cappanera “I giovani sono gli studenti, gli operai, i contadini, gli impiegati che ogni giorno si rimboccano le maniche […]. Non è vero che i giovani si interessano solo di musica e di mondo beat. Essi sanno dare prova di un’apertura mentale […] molto prima dei 21 anni” (https://www.ilbrogliaccio.it/voto-a-18-anni/)

In una manifestazione, svoltasi in Ancona il 22 novembre 1966, gli studenti lamentavano la mancanza di una facoltà di ingegneria nel capoluogo. “Gli studenti sono costretti ad andare a Bari o Bologna” – affermava Antonio Cartaro pochi giorni dopo la manifestazione – “e non tutti possono permettersi di raggiungere università lontane”.

E ancora, Rossana Calderigi si interrogava sul rapporto fra discipline scolastiche e docenti: “ma, come essere attratti anche da quelle materie che non possiamo tollerare e che oltre tutto ci sono presentate da un professore incapace di renderle interessanti?” Poiché “il bravo professore è quello capace di rendere interessanti anche gli argomenti più noiosi”.

Scottanti alcuni articoli, come quello appena citato, dal significativo titolo: Studiare meglio.

Il Brogliaccio metteva in luce la verità raccontata da un gruppo di studenti senza peli sulla lingua.

RedazSB_Nisi Feddadi Domande al Brogliaccio.

Ciò di cui non si occupava il giornale però era la politica italiana, argomento delicato all’epoca degli anni di piombo – e non solo allora. Essendo di scuole diverse, gli studenti del Brogliaccio avevano modi diversi di scrivere, ragionare, pensare. Ma una cosa li accomunava, una coscienza antifascista.

Dalla loro esperienza possiamo solo imparare e lasciarci ispirare.

Ciò per cui cinquant’anni fa si lottava è per certi versi ancora attuale, perché non tutto è stato ancora conquistato o i diritti conquistati si dimenticano troppo facilmente.

Ora è il nostro turno, portiamo le nostre idee e i nostri valori come si faceva allora.

 

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